UNA MIGRAZIONE CHE NON SI SMENTISCE. Chi mai avrebbe pensato dopo un inverno che non è stato tale, dove le precipitazioni nevose hanno fatto la comparsa solo a marzo rendendo difficile perfino gare e campionati invernali, che la risalita del passo fosse ritardata? Tutte le previsioni fatte a tavolino dai nostri ornitologi con il camice bianco, che vorrebbero fare inquadrare le fasi migratorie in base ad un immaginario programma scadenzato in periodi prefissati, hanno ancora una volta sbagliato perché da sempre le fasi lunari e quel calendario che sempre le ha seguite, anno dopo anno, non è venuto meno neppure quest’anno quando l’inverno “non è stato inverno”.
E così possiamo ritenere che il mese di marzo abbia avuto due fasi interessanti: la prima tra il 18 e il 19 e l’altra tra il 27 e il 28 di un mese segnato in generale dal bel tempo con un improvviso ritorno ad una cattiva stagione meteorologica dal pomeriggio di Pasqua, culminata nel giorno successivo di Pasquetta e ristabilitasi solo a fine mese, soprattutto al nord della Penisola. Possiamo, tuttavia, confermare, ancora una volta, che la migrazione pre-nuziale del tordo bottaccio e così, in modo univoco, del tordo sassello, segue quella immaginaria linea diretta dalla Liguria attraverso il Passo del Turchino in direzione del Lago di Garda, trovando nei territori della Franciacorta nel Bresciano quasi un passaggio migratorio obbligato per un momento di sosta in quel passo veloce verso i lidi di nidificazione del nord-est del Paleartico occidentale.
E questo noi da sempre lo scriviamo, coscienti che tutte le attenzioni rivolte anche a questo particolare periodo dall’Osservatorio Ornitologico di Arosio, in provincia di Como, non sono assolutamente ascoltate dai grandi turdidi nel loro velocissimo viaggio primaverile. Non altrettanto avviene in autunno quando i tordi bottacci che annualmente vengono ivi inanellati (nel 2014 = 999; nel 2015 = 1.123) confermano inequivocabilmente questo tragitto migratorio lungo la strada più veloce per la risalita al nord.
Non altro argomento è da dirsi per gli altri passeriformi perché le abituali osservazioni, svolte in aprile da oltre quarant’anni, ad esempio, per balie nere, fringuelli e prispoloni, rappresentano sempre dei momenti molto particolari in questo affascinante movimento migratorio per i nostri eterni viandanti del cielo. E in questa stagione 2016 abbiamo avuto fino a tutto marzo una migrazione molto veloce, più veloce di altre stagioni primaverili, e di notevole consistenza, atteso il ritardato inizio, ma sempre nella norma di quel calendario ornitologico scritto nel tempo e che neppure i calcoli matematici possono mutare. I nostri vecchi, a ragione, solevano dire con molta saggezza che “natura non fecit saltum”. In buone parole la terra produce sempre i suoi frutti nelle stagioni normali lungo tutto l’anno e le migrazioni degli uccelli rimangono tali, anno dopo anno. E con aprile attendiamo i “transahariani” fino ai primi di maggio. Allora anche all’Osservatorio Ornitologico della FEIN la fase riproduttiva tra le verdi fronde dei castani la fa da padrone e lo studio è tutto teso a rilevare la nidificazione nell’eterno gioco del ‘dare e avere’ della natura.