Viviamo in un momento difficile per una assurda incomprensione tra il mondo della caccia e alcune organizzazioni che vedono nella nostra attività il male della società.
L’ultimo esempio ci viene da un volantino scritto in forma preoccupante laddove si legge che per questa associazione le fiere venatorie sono diseducative e incentivano la cultura (sic!) della prigionia e dello sfruttamento degli uccelli e dove molte famiglie portano i propri figli per cui vi è un pressante invito a non portare i propri figli a queste fiere della crudeltà.
Non possiamo più accettare questa comunicazione perché, ogni volta che si parla di questi messaggi, noi li trasformiamo in una sorta di Hollywood del terrore. I loro messaggi sono studiati. Ogni comunicazione viene fatta con una regia sapiente. Noi non vogliamo diventare parte della loro propaganda.
Cosa possiamo fare, invece, dinnanzi ad una continua serie di efferati thrilling serali delle TV nazionali e private, che ci hanno deliziato anche in questa lunga estate dove morti, feriti, sequestri non sono mai mancanti? Per non parlare di quello che succede nelle ore piccole della notte per le oscenità e se ne vedono di tutti i colori.
Fa veramente sorridere di compassione leggere questi sonanti appelli contro le nostre fiere venatorie, mai così affollate come quest’anno, proprio per dare una risposta in positivo alle farneticanti considerazioni di questi ammalati di una mentalità anticaccia “dura a morire”, non riuscendo a vedere, anche per i propri figli, i veri mali di questa società che vorremmo migliore. E noi faremo tutto il possibile perché lo sia, non come vogliono costoro!